Correzione delle orecchie ad ansa


Le orecchie ad ansa (comunemente chiamate orecchie a sventola) sono la più frequente malformazione nel territorio della testa e del collo. Le cause sono principalmente due:

 

Non raramente si tratta di una combinazione di entrambi i fattori. In contrasto con altre anomalie del padiglione (Sviluppo esagerato del padiglione "macrotia",  incompleto sviluppo del padiglione "microtia" oppure l'aplasia del padiglione auricolare) nelle orecchie ad ansa la grandezza del padiglione è generalmente normale. E' nota una tendenza alla familiarità.

 

 

Indagini diagnostiche necessarie

La diagnosi di orecchie ad ansa è semplice anche perché il reperto non sfugge alla vista. Per formulare un adeguato programma operatorio è peraltro importante analizzare con precisione l'entità dei singoli componenti dell'anomalia.
E' necessario determinare l'angolo tra la testa e il padiglione che normalmente è di 30°.
E' importante effettuare una documentazione fotografica che aiuti ad analizzare la malformazione.

 

Indicazioni

E' possibile eseguire la correzione dall'età di 5 anni e mezzo. A tale età, come già dimostrato nel 1962 da Pellnitz, il più importante periodo della crescita del padiglione è terminato. E' peraltro noto un secondo periodo di accrescimento, di entità molto minore, tra gli 11 e i 17 anni. Di esso è giustificato non tener conto, trattandosi di una crescita assai modesta. Un ulteriore ingrandimento del padiglione è poi da attendere nell'età avanzata, attorno ai 70 anni.

 

L'intervento chirurgico è indicato quando sono presenti le seguenti deformità:

 

Anestesia indicata

Anestesia locale (adulti), anestesia generale (bambini).
(I bambini di 5 - 6 anni, con buona sedazione, si possono agevolmente operare anche in anestesia locale)

 

Note di tecnica operatoria

Esistono molteplici tecniche operatorie che essenzialmente si prefiggono di modellare il padiglione ricreando una piega dell'antelice nel modo più armonico possibile.

Nella tecnica di Converse (vedi figura) si pratica una incisione della cute restroauricolare, previa infiltrazione di anestetico locale, con escissione cutanea. Viene evidenziata la cartilagine, che viene accuratamente esposta. Usualmente si marca la struttura dell'antelice nella forma desiderata con infissione di aghi dalla faccia esterna del padiglione.
Si esegue l'escissione di tessuto connettivo e muscolare dal piano mastoideo.
Si praticano 2-3 incisioni pericondrio-cartilaginee lungo le marcature degli aghi  e si praticano delle suture particolari, talvolta la cartilagine viene assottigliata a cuneo.
Con la sutura del pericondrio la cartilagine assume la conformazione desiderata.
Si possono inoltre praticare 2-3 punti da pessia fra pericondrio del padiglione e periostio del piano mastoideo. Segue la sutura cutanea, e una medicazione a cuscinetto. L'intervento termina con l'applicazione di una medicazione rigida (gesso).

 

Informazioni

L'intervento non necessita generalmente di ricovero e può essere eseguito ambulatorialmente, tranne nei casi dove viene eseguita l'anestesia generale (bambini molto piccoli o adulti che la richiedano espressamente).
Generalmente viene somministrato dell'antibiotico (anche durante l'intervento).
La prima medicazione viene effettuata dopo 1-2 giorni.
I punti di sutura vengono eliminati dopo 7-10 giorni.
Successivamente per 3 settimane, durante la notte, è consigliabile una benda di protezione auricolare.

 

Rischi dell'intervento

Oltre i comuni rischi presenti per tutti gli interventi chirurgici come l'emorragia, l'infezione della ferita o del padiglione auricolare, la cicatrizzazione anomala (cheloidi), vi sono complicanze specifiche come la formazione dell'otoematoma, cioè un versamento ematico fra la cute e la cartilagine auricolare, che necessita talvolta di revisione chirurgica minore. Una complicanza tardiva è il riassorbimento della cartilagine con conseguente alterazione della forma del padiglione o la necrosi della cute. In genere la correzione non influisce sulla funzione uditiva e non può derivare una stenosi del meato uditivo, così pronunciata , da provocare effettivamente una ipoacusia.

 

 

chirurgia plastica facciale